29 dicembre 2013
Buon compleanno Microsoft Word!
Per i 30 anni del word processor più diffuso al mondo, gli auguri di Stefano Bartezzaghi su Repubblica.it
Buonissima lettura!
19 dicembre 2013
25 ottobre 2013
Penne o steli d'erba?
Si chiama Pooleaf la penna in silicone a forma di stelo d'erba ideata dallo studio coreano Zeup.
Disponibile in tre tonalità di verde (Forest green / Spring green / Yellow green), in una sola tonalità di inchiostro (nero), se messa capovolta nel portamatite (dal design a forma di vaso), ha il fresco effetto di un prato naturale.
Per info e acquisti: Zeup.
19 ottobre 2013
Non sai come si pronuncia il brand? Te lo dicono i creativi di Cloudbuster Studio!
Si chiama Fonetica del brand il progetto di Cloudbuster Studio che ridisegna la grafica dei loghi più noti trascrivendo il nome dell'azienda con la fonetica italiana.
Un concept intelligente e sicuramente d'effetto.
Guardare per credere ;)
13 ottobre 2013
Sprout, la matita con i semi dentro
La matita è troppo corta per disegnare? Non buttarla, seminala!
Questa l'idea alla base di Sprout, il lapis in legno di cedro brevettato da un gruppo di studenti del MIT e nominato Miglior Prodotto Eco-Friendly del 2013.
Una capsula con alcuni semi all'estremità superiore permette di interrare la matita quando è troppo corta per essere utilizzata.
Disponibile in 7 fragranze:
- basilico
- coriandolo
- menta
- rosmarino
- salvia
- timo
- aneto
Per info e acquisti: www.democratech.us/sprout/index.html
26 luglio 2013
Cambiare modello di business è prima di tutto trasformare il proprio approccio mentale
"Questo è il cuore della questione. Le persone hanno già smesso di comprare guide di viaggio – cartacee o meno – perché stanno trovando altri modi di venire incontro alle proprie esigenze.
E la risposta giusta – come fa notare Patokallio in un altro passaggio – non è pubblicare le stesse guide come ebook o come applicazioni.
È concepire un modello di business – e quindi di prodotto – con al centro le necessità e gli schemi di comportamento delle persone, non la necessità della casa editrice di preservare l’esistente, e dunque produrre, distribuire e vendere informazioni all’interno di un contenitore non più cartaceo, ma digitale".
(Ivan Rachieli, Viaggio allucinante)
Leggendo l'articolo, mi sono ricordata di quando, all'inizio dell'espansione di internet, alcune case editrici mettevano online le jpg del libro cartaceo o pubblicavano in rete l'identica copia cartacea digitalizzata, credendo così di aver realizzato un prodotto innovativo, tecnologico, digitale.
Avevo colleghi/e in casa editrice che consideravano Word come la versione elettronica di una macchina da scrivere. Non riuscivano a comprendere il prodotto che utlizzavano (anzi, che li "costringevano" a utilizzare - e questo è già di per sé significativo), le infinite possibilità che offriva, le differenza profonde di pensiero alla base del progetto (un prodotto è sempre prima di tutto un progetto).
Da qui la constatazione che, in molti di coloro che hanno la responsabilià di dirigere e far prosperare una casa editrice, manca ancora la comprensione profonda non tanto dei cambiamenti generali dello scenario editoriale, quanto piuttosto di quale radicale trasformazione mentale avvenga nelle persone attraverso l'uso di certi strumenti e, di conseguenza, nelle loro abitudini.
L'approccio mentale di tali dirigenti può anche non essere superficiale, nel migliore dei casi, ma sicuramente, spesso, è solo a livello razionale: nel più profondo sono persone dominate dalle loro "vecchie" abitudini.
Quello che critico non è il conservare un'abitudine, magari considerata superata, se è veramente efficace, ma la mancanza di consapevolezza dell'attaccamento ai propri schemi di pensiero, la cecità verso altre possibilità di raggiungimento di un obiettivo, la staticità che, se domina chi è a capo di un'azienda, porta inevitabilmente alla rovina.
9 luglio 2013
16 giugno 2013
14 giugno 2013
13 giugno 2013
9 giugno 2013
"Mantieni i tuoi pensieri positivi perché i tuoi pensieri diventano parole.
Mantieni le tue parole positive perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti.
Mantieni i tuoi comportamenti positivi perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.
Mantieni le tue abitudini positive perché le tue abitudini diventano i tuoi valori.
Mantieni i tuoi valori positivi perché i tuoi valori diventano il tuo destino".
(Mahatma Gandhi)
4 giugno 2013
3 giugno 2013
2 giugno 2013
1 giugno 2013
31 maggio 2013
30 maggio 2013
29 maggio 2013
28 maggio 2013
27 maggio 2013
26 maggio 2013
25 maggio 2013
24 maggio 2013
23 maggio 2013
22 maggio 2013
17 marzo 2013
Libri, copertine e linguaggio del corpo.
L’importanza del linguaggio non verbale nel marketing editoriale.
Domenica mattina di relax in libreria. Mentre guardo velocemente le copertine dei volumi proposti, una attira la mia attenzione. Non per la grafica (un po’ antiquata), né per i colori (scuri) o i caratteri tipografici.
Quello che in una frazione di secondo arriva alla mia persona è il contrasto evidente del linguaggio del corpo dei due autori fotografati in primo piano.
Un Alessandro Barbero, formale e accademico nel suo completo intero grigio chiaro e nei mocassini scuri, trasmette invece apertura e propensione verso il suo pubblico, al quale ammicca non con gli abiti, ma con la postura eretta e sicura, il busto in posizione semi frontale e ben disteso, a offrire stabilità e padronanza di sé, le mani compostamente intrecciate sulla gamba alzata.
Dal lato opposto, simbolicamente giacché nella foto i corpi sono accostati sebbene non si tocchino, un Piero Angela, deciso a dare un’immagine di sé più amichevole attraverso un abbigliamento casual (i jeans sono sempre d’effetto) e calzature classiche ma alla moda, che tuttavia tradisce una chiusura molto forte verso il suo pubblico (le braccia conserte, le mani strette a pugno, il busto convergente verso l’interno per via della chiusura stretta delle braccia).
Direi che in questo caso il marketing non ha fatto una scelta positiva: il linguaggio del corpo viene decodificato molto prima di quello verbale e il messaggio che trasmette è spesso predominante.
Che il ricevente ne sia consapevole oppure no.
5 gennaio 2013
Cosa significa e quando si usa l'acronimo EOM
Vi è mai capitato di ricevere una mail con la scritta EOM nell'oggetto, aprirla e trovarla vuota?
Questa stranezza è solo apparente: scoprendo infatti il significato di EOM si risolve in un lampo.
EOM è l'acronimo di E(nd) O(f) M(essage) e si usa scriverlo quando il messaggio per il destinatario è contento tutto nel testo dell'oggetto.
Es: "Ti aspetto in sala riunioni tra 10 minuti EOM".
È una scorciatoia che di solito si utilizza in ambito lavorativo per far risparmiare tempo a chi deve gestire grossi flussi di mail.
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