28 aprile 2011
27 aprile 2011
Riconoscersi
Apro a caso una pagina. Ecco cosa leggo.
"In questo periodo, sotto la superficie, un'altra nozione di libertà iniziava a farsi strada nella mia coscienza: la libertà di seguire lo scopo della mia vita con tutto l'impegno a cui potevo fare appello, e, allo stesso tempo, permettere alle forze creatrici della vita di muoversi in me senza il mio controllo, senza 'agire perché accada'. Come avrei imparato con il tempo, questo è un modo di operare di gran lunga più potente".
Carol Adrienne, Lo scopo della tua vita, TEA, 2000, p. 171
E riconosco il mio presente.
"In questo periodo, sotto la superficie, un'altra nozione di libertà iniziava a farsi strada nella mia coscienza: la libertà di seguire lo scopo della mia vita con tutto l'impegno a cui potevo fare appello, e, allo stesso tempo, permettere alle forze creatrici della vita di muoversi in me senza il mio controllo, senza 'agire perché accada'. Come avrei imparato con il tempo, questo è un modo di operare di gran lunga più potente".
(Joseph Jawroski)
Carol Adrienne, Lo scopo della tua vita, TEA, 2000, p. 171
E riconosco il mio presente.
21 aprile 2011
Giù le mani da Harry Potter
Scelte editoriali non sempre azzeccate.
Ecco cosa si è inventata Salani per la nuova ristampa di Harry Potter e la pietra filosofale.
Ecco cosa si è inventata Salani per la nuova ristampa di Harry Potter e la pietra filosofale.
17 aprile 2011
Quando leggiamo leggiamo davvero?
Scopritelo in questo bel post di Yvonne Bindi.
Una gita divertente tra vita vissuta, comportamenti umani e web usability.
Una gita divertente tra vita vissuta, comportamenti umani e web usability.
16 aprile 2011
Tutti i libri del mondo... - Hermann Hesse
Tutti i libri del mondo
non ti faranno felice,
ma ti condurranno in segreto
all'interno di te stesso.
Lì troverai tutto ciò
di cui hai bisogno,
il sole, le stelle, la luna,
perché la luce che cerchi
dimora già in te.
La saggezza che hai cercato a lungo
tra i libri,
splenderà da ogni pagina,
perché ora quella saggezza
è diventata tua.
Hermann Hesse, citato in Daisaku Ikeda, La saggezza del Sutra del Loto, Esperia, 2003, p. 14
non ti faranno felice,
ma ti condurranno in segreto
all'interno di te stesso.
Lì troverai tutto ciò
di cui hai bisogno,
il sole, le stelle, la luna,
perché la luce che cerchi
dimora già in te.
La saggezza che hai cercato a lungo
tra i libri,
splenderà da ogni pagina,
perché ora quella saggezza
è diventata tua.
Hermann Hesse, citato in Daisaku Ikeda, La saggezza del Sutra del Loto, Esperia, 2003, p. 14
6 aprile 2011
Siamo tutti fatti per essere felici
Questa volta l’ho fatto apposta: per una volta ho trasgredito alla mia regola numero uno (mai acquistare qualcosa che qualcuno fa di tutto per farti acquistare), sono stata al gioco, ho finto di abboccare, mi sono messa nei panni di chi sa poco o niente di tecniche di persuasione più o meno occulte e ho accettato la provocazione editorial-commerciale in salsa medico-esistenziale.
Volevo verificare se si trattava dell’ennesima iniziativa “tutto fumo e niente arrosto” o se al di sotto di banalità e slogan “acchiappa lettori” un qualcosa di solido c’era.
In fondo, mi sono detta, Christian Boiron non è il primo idiota che passa per strada e almeno un’idea intelligente mi aspetto di trovarla.
Quindi? Qualche punto forte (che condivido), molte idee e progetti personali dell’autore sicuramente interessanti (ma che non condivido), qualche punto debole che mi fa dire: “Peccato!”.
Distinguerei la prima metà del libro dalla seconda.
È all’inizio infatti che Boiron descrive il suo metodo per essere felici che, per quanto più o meno condivisibile, è comunque solido e ben strutturato e si appoggia su basi scientifiche. Lui ci crede – e si sente – e tutto scorre liscio.
Utile anche l’impostazione generale: spiegazione teorica, esercizi (fattibili), specchietti riassuntivi chiari e sintetici alla fine di ogni capitolo e raccolti tutti insieme in un piccolo manuale in appendice.
Unico neo di questa prima parte alcune forzature teologiche: in un discorso scientifico e laico non mi aspetto di trovare riferimenti religiosi, indipendentemente dal fatto che io sia atea o credente. Questione di coerenza. Ma a parte questo direi interessante.
La seconda parte, invece, è a mio avviso un po’ troppo debole, sebbene alcune riflessioni siano comunque stimolanti.
In questa parte Boiron propone una visione più ampia, allargando il pensiero a tutti gli aspetti della società e delineando, a volte in modo quasi impositivo, un suo modello di “società ideale”. Ecco, questo idealismo spinto all’estremo, più filosofico che scientifico, mi ha lasciata perplessa: alcune idee le ho trovate eccessive, quasi al limite, e non riesco proprio ad abbracciarle, altre mi sembrano francamente un po’ troppo utopiche, quasi vaneggiamenti.
Non contesto il fatto che Boiron esprima una sua tesi ben precisa con convinzione e coraggio, quanto piuttosto il cambio di tono rispetto alla prima parte.
Penso comunque che sia una lettura se non indispensabile almeno consigliata, se non altro per poter discutere con spirito critico (e scientifico) un argomento che troppo spesso ci viene propinato come una panacea rosa pseudo New Age.
Christian Boiron, Siamo tutti fatti per essere felici, Sperling&Kupfer, 2011
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Imprenditori che danno il buon esempio
Volevo verificare se si trattava dell’ennesima iniziativa “tutto fumo e niente arrosto” o se al di sotto di banalità e slogan “acchiappa lettori” un qualcosa di solido c’era.
In fondo, mi sono detta, Christian Boiron non è il primo idiota che passa per strada e almeno un’idea intelligente mi aspetto di trovarla.
Quindi? Qualche punto forte (che condivido), molte idee e progetti personali dell’autore sicuramente interessanti (ma che non condivido), qualche punto debole che mi fa dire: “Peccato!”.
Distinguerei la prima metà del libro dalla seconda.
È all’inizio infatti che Boiron descrive il suo metodo per essere felici che, per quanto più o meno condivisibile, è comunque solido e ben strutturato e si appoggia su basi scientifiche. Lui ci crede – e si sente – e tutto scorre liscio.
Utile anche l’impostazione generale: spiegazione teorica, esercizi (fattibili), specchietti riassuntivi chiari e sintetici alla fine di ogni capitolo e raccolti tutti insieme in un piccolo manuale in appendice.
Unico neo di questa prima parte alcune forzature teologiche: in un discorso scientifico e laico non mi aspetto di trovare riferimenti religiosi, indipendentemente dal fatto che io sia atea o credente. Questione di coerenza. Ma a parte questo direi interessante.
La seconda parte, invece, è a mio avviso un po’ troppo debole, sebbene alcune riflessioni siano comunque stimolanti.
In questa parte Boiron propone una visione più ampia, allargando il pensiero a tutti gli aspetti della società e delineando, a volte in modo quasi impositivo, un suo modello di “società ideale”. Ecco, questo idealismo spinto all’estremo, più filosofico che scientifico, mi ha lasciata perplessa: alcune idee le ho trovate eccessive, quasi al limite, e non riesco proprio ad abbracciarle, altre mi sembrano francamente un po’ troppo utopiche, quasi vaneggiamenti.
Non contesto il fatto che Boiron esprima una sua tesi ben precisa con convinzione e coraggio, quanto piuttosto il cambio di tono rispetto alla prima parte.
Penso comunque che sia una lettura se non indispensabile almeno consigliata, se non altro per poter discutere con spirito critico (e scientifico) un argomento che troppo spesso ci viene propinato come una panacea rosa pseudo New Age.
Christian Boiron, Siamo tutti fatti per essere felici, Sperling&Kupfer, 2011
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Imprenditori che danno il buon esempio
4 aprile 2011
Imprenditori che danno il buon esempio
Casi concreti di aziende e lavoro etico: quando economia e rispetto per il valore umano si incontrano.
Un esempio europeo: i Laboratoires Boiron.
"Il 13 giugno 1979 nei Laboratoires Boiron è stato firmato un importante accordo tra le parti che ha modificato in toto l'atmosfera dell'azienda. Abbiamo definito una formula piuttosto semplice per calcolare ogni anno l'aumento delle retribuzioni e/o la riduzione dell'orario di lavoro in base all'incremento di produttività registrato l'anno precedente.
Secondo tale accordo, il potere d'acquisto veniva mantenuto se l'azienda aveva realizzato almeno il 4% in più. Al di là di questo minimo, indispensabile alla sopravvivenza dell'impresa, l'aumento della produttività veniva ripartito in due parti uguali: una metà all'azienda sotto forma di dividendo agli azionisti e per consentire ulteriori investimenti, l'altra metà ai dipendenti sotto forma di retribuzioni o riduzione dell'orario di lavoro (nel calcolo sono naturalmente conteggiati sia le variazioni decise dallo Stato, sia quelle previste dal nostro contratto collettivo. Con il nostro accordo, in questo modo, siamo riusciti a finanziare sia la quinta settimana di ferie, sia la settimana lavorativa di trentacinque ore).
Questa formula è stata ritoccata più volte per tener conto dell'evolvere del contesto, ma il principio resta intatto. Lo spirito che informa l'accordo è la trasparenza, la volontà di definire regole del gioco che tutti possono capire. È stato questo uno dei pilastri della fiducia sulla quale siamo riusciti a costruire numerose innovazioni sociali, a beneficio dell'azienda ma anche dei dipendenti, in un rapporto reciprocamente vantaggioso.
È fondamentale che tutti sappiano esattamente come si distribuiscono i frutti dell'espansione; azionisti e dipendenti devono ricevere una parte, equa e concertata, degli utili. È necessario rinsaldare un clima di pace e di fiducia fra queste due categorie che, in ogni progetto, si trovano necessariamente legate fra loro. A tal punto che, sempre più spesso, i dipendenti sono anche azionisti!"
[Il grassetto è mio]
Christian Boiron, Siamo tutti fatti per essere felici, Sperling&Kupfer, 2011, pp. 201-202
Per saperne di più sulla filosofia Boiron.
Un esempio europeo: i Laboratoires Boiron.
"Il 13 giugno 1979 nei Laboratoires Boiron è stato firmato un importante accordo tra le parti che ha modificato in toto l'atmosfera dell'azienda. Abbiamo definito una formula piuttosto semplice per calcolare ogni anno l'aumento delle retribuzioni e/o la riduzione dell'orario di lavoro in base all'incremento di produttività registrato l'anno precedente.
Secondo tale accordo, il potere d'acquisto veniva mantenuto se l'azienda aveva realizzato almeno il 4% in più. Al di là di questo minimo, indispensabile alla sopravvivenza dell'impresa, l'aumento della produttività veniva ripartito in due parti uguali: una metà all'azienda sotto forma di dividendo agli azionisti e per consentire ulteriori investimenti, l'altra metà ai dipendenti sotto forma di retribuzioni o riduzione dell'orario di lavoro (nel calcolo sono naturalmente conteggiati sia le variazioni decise dallo Stato, sia quelle previste dal nostro contratto collettivo. Con il nostro accordo, in questo modo, siamo riusciti a finanziare sia la quinta settimana di ferie, sia la settimana lavorativa di trentacinque ore).
Questa formula è stata ritoccata più volte per tener conto dell'evolvere del contesto, ma il principio resta intatto. Lo spirito che informa l'accordo è la trasparenza, la volontà di definire regole del gioco che tutti possono capire. È stato questo uno dei pilastri della fiducia sulla quale siamo riusciti a costruire numerose innovazioni sociali, a beneficio dell'azienda ma anche dei dipendenti, in un rapporto reciprocamente vantaggioso.
È fondamentale che tutti sappiano esattamente come si distribuiscono i frutti dell'espansione; azionisti e dipendenti devono ricevere una parte, equa e concertata, degli utili. È necessario rinsaldare un clima di pace e di fiducia fra queste due categorie che, in ogni progetto, si trovano necessariamente legate fra loro. A tal punto che, sempre più spesso, i dipendenti sono anche azionisti!"
[Il grassetto è mio]
Christian Boiron, Siamo tutti fatti per essere felici, Sperling&Kupfer, 2011, pp. 201-202
Per saperne di più sulla filosofia Boiron.
2 aprile 2011
Scrivere eco con la penna biodegradabile
Scrittura... sostenibile: essere responsabili di ciò che si scrive partendo da ciò con cui lo si scrive.
Finalmente una penna biodegradabile!
Per chi non vuole perdere il piacere di scrivere a mano senza dimenticare l'ambiente.
Finalmente una penna biodegradabile!
Per chi non vuole perdere il piacere di scrivere a mano senza dimenticare l'ambiente.
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