14 febbraio 2008

Strutturiamoci: mappe mentali, mandala e tanta fantasia parte 1

Vita d'ufficio


Quando si scrive, e lo si fa per lavoro, bisogna ingegnarsi.

Parola d'ordine: "ottimizzare": tempo, energie, risorse.

A volte però non è così semplice, soprattutto quando i telefoni squillano, l'account ha bucato un appuntamento e non si astiene dal renderti partecipe, il tuo collega ha perso un file (oltre che il filo del discorso) e ti chiede aiuto. E tu devi consegnare per domani.

Recuperare (e mantenere) la concentrazione in questi casi non solo è essenziale. È vitale.
Soprattutto se il testo è lungo e complesso.

Struttur-azione

Ossia, come dice qualcuno, "per uscire dall'impasse metti l'azione".


La cosa sembra facile, ma provate a scrivere qualcosa quando vi prende l'ansia da prestazione, conosciuta anche come panico da foglio bianco... non riuscirete neanche a scrivere un punto-e-virgola!

Quindi fare qualsiasi cosa che possa sbloccare la situazione si rivela catartico. Basta un tic e tutto riprende a scorrere come (e forse meglio) di prima.

Un sistema che a me riesce bene per risolvere la situazione è quello di cominciare dalla struttura.
Banale, si potrebbe obiettare, lo consigliano tutti i manuali di scrittura.
È vero: ogni testo dovrebbe partire dalla famosa e vecchia "scaletta". Ma la struttura che intendo io non è solo una scaletta. È più una mappa concettuale, ma assomiglia anche a un mandala. Una "mandalamappa" insomma.
Si potrebbe considerare una cugina della lista di idee o del grappolo associativo (che parolone!), ma con una marcia in più.

Mappando le idee

Adesso va di gran moda utilizzare le mappe mentali per ogni cosa: a scuola, in ufficio, per fare la spesa...
Devo dire però che mi intriga parecchio tutta questa esplosione creativa; e in ogni caso la mappa mentale è un utilissimo strumento di organizzazione del pensiero e di tutte le idee che sono lì nella mente, quelle che hai proprio sulla punta della lingua (o della penna) ma che chissà come non riescono mai a uscire.

Il vantaggio di una mappa mentale è duplice: mette in moto la creatività perché libera la mente dal guazzabuglio noetico ed è più immediata di una scaletta perché sfrutta il potere evocativo delle immagini e l'ordine della visualizzazione spaziale. E in più porta allegria e distensione in ufficio.

Complicazioni? No grazie

Dicevamo: ottimizzare il tempo. In realtà la "mandalamappa" non è nulla di dispersivo o troppo complicato. È personalizzabile secondo le esigenze e non richiede molta manutenzione.

Basta munirsi di un foglio A4 (possibilmente bianco; quelli della stampante vanno benissimo), qualche penna di colore diverso (se si riesce a recuperare una scatola di pennarelli è ancora meglio) e il gioco è fatto.

Continua...

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