4 marzo 2011
Adesso basta
Spinoso. Parlare del libro di Simone Perotti è decisamente spinoso. Ma ci provo ugualmente perché, se preso dal verso giusto, è un testo soddisfacente. Ripeto, basta saperlo prendere.
In caso contrario non avrei nessun timore a definirlo fastidiosamente ipocrita.
br> Parto dal titolo, anzi, dalla copertina, un capolavoro di marketing strategico: le due parti del sottotitolo (corpo identico, maiuscolo, bianco su campo verde mare) accuratamente poste come apertura e chiusura di copertina, il titolo (stesso stile dei sottotitoli ma di corpo più grande) ben leggibile nella parte alta della pagina. Questo è “l’ordine di comparizione” dei tre elementi:
- Lasciare il lavoro e cambiare vita
- Adesso basta
- Filosofia e strategia di chi ce l’ha fatta
Niente da dire, un inizio che invoglia (tra parentesi, il nome dell’autore, in corsivo, bianco su campo blu, quasi scompare, si nota appena, apparentemente appoggiato lì con noncuranza).
Presi all’amo da tanta semplice complessità si passa a leggere la quarta di copertina, con relativa recensione: “Ne abbiamo abbastanza. Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne? Cambiare vita da soli sembra una scelta troppo faticosa. Addirittura impossibile. Invece no. Il downshifting (“scalare marcia, rallentare il ritmo”) è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo (complice anche la crisi). […] La rivoluzione dobbiamo farla a partire da noi, riprendendoci la nostra vita per essere finalmente liberi […]”.
Sublime. Puro marketing. Ci sono tutti gli elementi per farci dire di sì (eh, la persuasione è un’arte).
Avete notato come la parolina magica (“crisi”) viene inserita con apparente indifferenza per sfruttare l’incertezza del momento? E come si fa leva sul numero (“milioni”, una parola che evoca non ben identificate moltitudini di persone, oltre che di soldi) per stimolare inconsce reazioni? E poi la chicca finale, l’autonomia e… la tanto anelata libertà.
Peccato che poi tutte le belle promesse della quarta svaniscano come neve al sole. Perché l’autore non solo è stato un manager per 19 anni (cosa citata in toccata e fuga nella penultima riga della biografia in quarta, accuratamente infilata dopo un elenco di libri pubblicati – ecchissenefrega se è anche uno scrittore – progetti web e, cito, “qualche altro lavoro occasionale”), ma è stato uno dei dirigenti più attivi (e strapagati aggiungo) della “Milano da bere” degli anni ’80. Il classico “giovane rampante intraprendente” che fa “balzi da gigante nei debutti in società”, come cantava all’epoca un giovane Luca Barbarossa (almeno da quello che emerge leggendolo).
Facile la vita così! Vallo a dire a chi deve vivere con mille euro al mese (se non di meno) che fare il downshifting è possibile! A chi magari non ha nemmeno una laurea, figuriamoci uno o più master (come presuppone l’autore). O a chi la laurea ce l’ha ma vive di co.co.pro! E te lo dice pure che il suo libro è dedicato a chi guadagna almeno 3.500 euro (netti) al mese!!
Ecco. Siamo arrivati al giro di boa. Se ci si ferma qui, “arrogante, antidemocratico, urticante, irritante, indisponente” sono solo alcuni degli aggettivi adatti a descrivere questo libro.
Ma se si riesce a sospendere il fastidio e a dimenticarsene per un po’, se si riesce a leggere le parole per quelle che sono, senza pregiudizi di casta, oh, allora si scopre tutto un altro mondo!
Perché l’idea di fondo è veramente buona, perché Simone Perotti ha l’onestà intellettuale di dire le cose come stanno, con molta chiarezza, e mette in guardia contro i pericoli delle approssimazioni e della superficialità. Perché il suo piano strategico è ben studiato, è lungimirante e accettabilissimo anche per persone non particolarmente agiate. E offre molti spunti decisamente interessanti.
Simone Perotti, Adesso basta, Chiarelettere, 2009
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