24 marzo 2008

Questione di diritti

Illuminante.

"Ognuno di noi ha il diritto al miglior lavoro possibile. Ognuno di noi ha il diritto di esprimere tutto il suo talento e le sue qualità.
Che poi questo non accada dipende da tutta una serie di fattori, come l'educazione, il nostro sistema di credenze, i nostri schemi incosci e, come al solito, da quanto siamo in grado di assumerci la responsabilità delle cose che ci succedono nella vita.

[...] Il lavoro non deve essere considerato solo come un modo per sbarcare il lunario oppure per accrescere il proprio potere sugli altri, ma deve essere visto come un mezzo fondamentale per sviluppare le condizioni di sanità fisica, mentale e spirituale di cui tutte le persone dovrebbero godere.
Non solo gli individui hanno diritto al lavoro, ma hanno soprattutto il diritto di sviluppare un'attività degna del valore di un essere umano.

[...] Appare inoltre chiaro che risolvere il proprio status di disoccupato, oppure avere una migliore retribuzione o godere di maggiore fiducia e stima da parte di colleghi e datori di lavoro, non influenza la nostra vita solo sotto un profilo di stretta sopravvivenza, ma ha una valenza ben più grande, andando a incidere sul nostro benessere interiore e sullo sviluppo di una società più sana e creativa.
Ma per produrre certi cambiamenti, naturalmente, dobbiamo innalzare il nostro livello di responsabilità e di causatività.
La società in cui viviamo potrà anche essere per certi aspetti inadempiente, ma occorre sempre ricordare che la condizione in cui ci troviamo è lo specchio delle nostre convinzioni, consce e inconsce, e di come esse creano giorno per giorno la nostra realtà.
Inoltre, al fine di ottenere un miglioramento su vasta scala, è comunque sempre necessario partire dal progresso individuale".

Pino Libonati - Loredana Volante, Il pensiero creativo, Milano, Xenia, 2007, pp. 74-76

5 marzo 2008

Luminescenze

"Oggi viviamo in ambienti bui che devono essere illuminati artificialmente per molte ore del giorno. Siamo costretti a passare la maggior parte del nostro tempo lontano dal benefico influsso della luce solare, in ambienti chiusi (edifici, auto, mezzi pubblici). Siamo sottoposti a una sorta di "inquinamento luminoso" , dato dal forte impiego della luce artificiale che, oltretutto, sfalsa i ritmi naturali notte/giorno, influendo sui livelli ormonali.
Studi condotti [...] da importanti istituti di ricerca sull'influenza dei diversi tipi di illuminazione su microrganismi, piante e animali, hanno portato alla conclusione che l'illuminazione artificiale utilizzata non permette un armonioso e normale sviluppo, perché priva della gamma benefica degli ultravioletti (la luce influisce su molti processi vitali , quali quelli metabolici, sulle ghiandole endocrine e sulla sintesi enzimatica".

Isabella Romanello, Il colore: espressione e funzione, Milano, Hoepli, 2002, p. 68

Sull'argomento sono stati scritti fiumi di inchiostro e non comincio nemmeno a citare gli studi più importanti e gli sviluppi più recenti.
Ho solo voluto dare un imput, lanciare una sfida di consapevolezza in più.

Ah dimenticavo: le soluzioni ovviamente sono varie e dipendono non solo dagli orientamenti personali, ma anche dalla disponibilità economica e dall'ampiezza del campo d'azione (in certi uffici è impensabile solo pensare di poter cambiare una lapadina o aprire una tenda, in altri invece un'adeguata illuminazione naturale e/o artificiale è quasi una banalità).

In ogni caso, per chi fosse interessato esistono in commercio delle lampade che emettono una luce artificiale molto simile a quella solare. Si tratta di lampade impiegate con successo anche nella cura di malattie depressive.

E se poi in ufficio non si riesce a spuntarla... si può sempre partire dal proprio ambiente domestico.