13 dicembre 2012

Strizzare il tubetto fino alla fine... La rivincita


Sembra che finalmente qualcosa si stia muovendo: da una ricerca pubblicata sul Wall Street Journal risulta, infatti, che alcuni dei maggiori brand si stiano impegando a riprogettere le confezioni dei propri articoli, per evitare inutili sprechi e utilizzare fino all'ultima goccia di prodotto (ne avevo parlato anche qui).

Per ora il fine pare essere esclusivamente economico, ma è comunque un buon inizio.

Per i dettagli, Federico Rampini su Repubblica.

4 dicembre 2012

Gita turistica... in libreria


In Feltrinelli per commissioni.
Ho abbastanza fretta, oggi non posso trattenermi il tempo che vorrei, mi impongo di ritirare il libro ordinato e di uscire.
Poi ci ripenso.
Trovo un compromesso: un giro veloce tra i banchi con le offerte, un salto al piano superiore, una visita mirata ai reparti che mi interessano.
Sento una voce. Racconta. Penso tra me: "Acc!! Giorno di conferenza". No, non ne ho voglia. Tanta gente, troppa.
La folla mi toglie il silenzioso e tranquillo piacere dello stare tra i libri. La pace quasi claustrale è interrotta.
Mancano pochi scalini e già penso a come svicolare veloce per evitare l'orda barbarica: ho già in mente il percorso tra le sale, dove sostare, dove nascondermi, dove evitare il rumore.

Ma non posso fare a meno di ascoltare. Un parte di me è attenta e vigile e capta qualche parola.
Rallento. Ascolto meglio.
Guardo il pubblico: ragazzini. Medie? Sì forze terza.
Guardo la guida. Ha il cartellino del personale.
Inizio a capire. Mi do tempo e gironzolo tra gli scaffali. Continuo il mio programma. Ma a portata di orecchio. Ascolto e mi lascio coinvolgere.
Una puntatina alle altre sale, la voce si allontana, ormai sono arrivata in fondo, non si sentono più le parole, solo un brusio in lontatanza.
Finisco il mio giro, ritorno nella penultima sala, la voce si avvicina. Sta facendo un tragitto preciso, con tappe prestabilite. La sento andare e venire come un'onda che si infrange sulla spiaggia e poi si ritira.
Acolto ancora. Mi piace. Mi scopro a sorridere per quello che dice.
Il mio tempo è finito. Mentalmente ringrazio e scendo rapida le scale. Peccato! Sarei rimasta ad ascoltare.

Idea originale. Una visita guidata. Come nei musei o alle mostre. Ma in libreria.
La guida spiegava, con competenza, raccontava non di quadri o di stili, ma di libri, di generi letterari, di collocazione negli scaffali. Aggiungeva curiosità, in modo intelligente e brillante. Sapeva trattare con un pubblico giovane, lo stimolava.
E ascoltandola ho imparato anch'io qualcosa di nuovo.

20 novembre 2012

Crush: la carta ecologica Favini ricavata da frutta e verdura


"[...] Bucce e polpa di arancia avanzate dalla produzione di succhi e spremute, residui di mais, olive, mandorle, nocciole, kiwi e caffè, sono trasformati, dopo un complesso procedimento, in bobine di carta. Un prodotto ecologico dai toni che rimandano ai vegetali da cui ha origine: anche l’energia utilizzata dalla cartiera che ha ideato la carta (chiamata Crush), è al 100% autoprodotta grazie alle turbine che generano forza idrica trasformata in elettricità".

Così inizia l'articolo di Anna Tagliacarne sul Corriere online.
Segue un'interessante intervista con Michele Posocco, brand manager di Favini.

Non c'è che dire, un bel modo di iniziare la giornata! :)

Se amate la carta, in tutte le sue forme, ampliate l'esperienza concedendovi momenti di puro piacere direttamente sul sito di Favini . ;)

30 ottobre 2012

Color - Food design: biscotti tavolozza



(Foto credits: https://www.facebook.com/pages/Accents/311950325567262)

20 settembre 2012

Riciclare i sacchetti di plastica: la differenza tra "riciclabile", "biodegradabile" e "compostabile"


Fino a pochi anni fa era semplice: il "sacchetto di plastica" era letteralmente un sacchetto fatto di plastica, di una plastica non riciclabile, e quindi andava "conferito" (ossia "messo") con i rifiuti non riciclabili.

Ora però le cose si sono complicate: i sacchetti per la spesa sono diventati "eco" - e fin qui nulla di strano - ma non sono più tutti uguali. Realizzati con materiali diversi (PET, bioplastiche come il Mater-Bi, o l'amido di mais solo per citarne alcune) vanno smaltiti in modo adeguato.

Come fare allora? La prima regola è capire di che tipo è il sacchetto che abbiamo in mano, sapendo che un sacchetto può essere di 3 tipologie:

1. riciclabile
2. biodegradabile
3. compostabile

La tipologia è (dovrebbe essere) scritta direttamente sul sacchetto, ma le diciture non sono univoche e possono creare confusione.

Un sacchetto è riciclabile quando può essere riutilizzato dopo le opportune lavorazioni, come le lattine, la carta o certi tipi di plastica; partecipa quindi alla raccolta differenziata.
Per questa tipologia si possono trovare diverse informazioni, sole o abbinate: la scritta "riciclabile", uno dei simboli del riciclo, la sigla del materiale costituente (per esempio PET). Un sacchetto di questo tipo va differenziato insieme alla plastica.

Un sacchetto è biodegradabile quando è costituito da materiali che si decompongono in modo naturale ed è compostabile quando i suoi componenti si trasformano in concime (compost).
In questo caso la dicitura più comune è "biodegradabile e compostabile", ma in alcuni casi compare solo una delle due.
Solo il tipo di sacchetto "biodegradabile e compostabile" (oppure solo "compostabile") può essere utilizzato per contenere i rifiuti umidi e va smaltito nella raccolta differenziata organica. Il sacchetto con la sola dicitura "biodegradabile", invece, va smaltito nella plastica.

Tutto il resto non è riciclabile e va necessariamente messo nell'indifferenziato (o "secco").

10 agosto 2012

Piccole eco-ipocrisie quotidiane

In casa di una conoscente poco prima di pranzo.
La signora è intenta a lavare la verdura. Finita l'operazione, prende la ciotola con l'acqua di scarto e ci annaffia le piante aromatiche.
Vedendo la mia espressione, tra lo stupito e l'irritato, si sente in dovere di dare una spiegazione, a suo avviso evidente dimostrazione di quanto lei sia persona ecologica: "Io non spreco un bene prezioso come l'acqua!".

L'idea che le scorie appena lavate dall'insalata finiscano nella terra a inquinare le sue piante non la sfiora nemmeno. Lei è green.

31 luglio 2012

Cos'è un'infodump?


Infodump (contrazione di information dump) è un termine che si usa in letteratura per indicare un eccesso di informazioni nella stesura di un discorso diretto.
In particolare, si ha infodump quando l'autore inserisce nella conversazione delle informazioni, di cui i personaggi sono necessariamente al corrente, al solo scopo di informare il lettore.
Questo tipo di errore rende il dialogo artificioso e inverosimile oltre che fastidioso per chi legge.

Ecco un esempio (in corsivo) tratto da Un cadavere di troppo di Ellis Peters:
" Un chiodo a quattro punte? - fece eco Cadfael sbalordito - Su un sentiero nel bosco, lontano da qualsiasi campo di battaglia? E che ci stava a fare su un sentiero in mezzo a un bosco una simile trappola da guerra, inventata soltanto per ostacolare l'avanzata di soldati a cavallo e fatta in modo che una punta rimanga sempre rivolta verso l'alto, così da piantarsi negli zoccoli degli animali?".

10 luglio 2012

Che libro scelgo? Come evitare i trucchi degli editori e leggere felici e contenti.


Non sempre si hanno le idee chiare su cosa leggere. Non sempre si vuole scomodare i social del caso o gli amici lettori. Ci sono giorni in cui si sente il bisogno di tornare alle origini: si entra in libreria per curiosare e lasciarsi ispirare.
Se si è fortunati, si trova qualche libraio vecchia scuola, una persona un po’ psicologa, che capisce i tuoi gusti con un solo sguardo e ti consiglia sempre il libro giusto.
Ma non sempre si può (o si vuole) un contatto così diretto, quasi “intimo”, e si cerca una libreria più grande, uno store più anonimo in cui perdersi senza pensieri.

Ecco allora che le trappole del marketing, sempre in agguato, trovano via libera approfittando della guardia abbassata. E ci si ritrova fuori dal negozio con un libro orribile che non avremmo mai voluto prendere, tra rimorsi e sensi di colpa.

Qualche stratagemma per evitare acquisti sbagliati può quindi essere utile.

- Copertina: è il primo “biglietto da visita” del libro, il più immediato non solo perché esterno, ma perché l’immagine è la prima cosa che l’occhio percepisce, a prescindere dalla nostra volontà.
Naturale quindi che le case editrici diano molta importanza alla scelta della copertina. La copertina ha un unico scopo: attirare l’attenzione. Che poi la scelta sia più o meno riuscita questo è un altro discorso, ma l’obbiettivo da raggiungere è quello. Quindi:

Regola numero 1: diffidate delle copertine.

Guardatele, godetele, criticatele, ma non fidatevi, mai!
Di solito quello che la copertina dice non lo dice la storia. Le copertine più belle spesso sono quelle dei libri meno attraenti. A volte vale invece il discorso inverso: una copertina scialba per un libro altrettanto insipido. Quindi attenzione sempre e comunque.

- Recensione: detta anche sinossi, è il breve riassunto del contenuto del libro. Può trovarsi sulla quarta di copertina (il retro del volume) o sui risvolti interni, ma può anche non esserci.

Questo è il “secondo biglietto da visita”, il livello 2 della comunicazione. Anche in questo caso va fatta molta attenzione: le recensioni non sono mai quello che sembrano, ormai sono sempre più sottomesse alle regole del mercato. Da oggettiva descrizione a strumento di manipolazione. Scopo apparente è quello di raccontarvi la trama nei punti essenziali, scopo reale è quello di farvi acquistare il libro.
Ci sono descrizioni scritte da persone che nemmeno lo hanno letto il libro, che se ne sono fatti un’idea leggendo in rete pareri altrui: qualche modifica qui e là e “oplà!”, il testo è pronto.
In altri casi sono raffinate opere di seduzione: dicono tutto senza dire nulla.
E credetemi, non è una questione di spazio nella pagina, ma una precisa scelta editoriale. Fate la prova: quante volte quello che leggete nella sinossi corrisponde alle aspettative? Per farvi un’idea vi basta prendere un volume un po’ datato, di venti o trent'anni fa, e fare il confronto con una versione più recente della stessa opera.

Regola numero 2: diffidate, almeno in linea generale, anche delle sinossi.

Leggetele, valutatele, ma sempre con il beneficio del dubbio. Non fermatevi. Cercate di farvi una vostra opinione, a prescindere da quella che qualcuno vi serve bella e pronta.

Ecco altri elementi per poter scegliere più consapevolmente.

- Indice e pagine di prova sono un ulteriore elemento di valutazione.
Una volta letta la sinossi è bene accertarsi del contenuto del libro. L’indice è un buon punto di partenza: vi fa capire se l’argomento trattato corrisponde al taglio che desiderate o, nel caso non abbiate idee precedenti, se vi può piacere il modo in cui sono trattati gli argomenti.
Poi potete passare a leggere qualche pagina qua e là per vedere se anche lo stile è di vostro gradimento.
Nel caso delle opere di narrativa l’indice spesso dice ben poco: saltate direttamente alla lettura di prova.

Regola numero 3: approfondite i contenuti tramite l’indice e la lettura di alcune pagine del libro.

- Edizione e ristampa non sono la stessa cosa. Elemento molto importante ma conosciuto da pochi.
L’edizione è la pubblicazione dell’opera. Ci possono essere una o più edizioni, ma l’elemento chiave delle edizioni successive è una revisione, un aggiornamento o comunque una modifica sostanziale rispetto all’edizione precedente.
Esempio pratico: un autore pubblica la sua opera nel 1980. A distanza di qualche anno si rende conto che alcuni contenuti non sono più validi e vuole aggiornarli. Modifica quindi la prima edizione e fa ristampare una seconda edizione, rivista e corretta. La seconda edizione è, in percentuali variabili, sempre diversa dalla prima.

La ristampa invece è tutt’altra faccenda: si tratta della stampa di nuove copie dell’ultima edizione pubblicata.
Esempio pratico: un autore pubblica un’opera che in poco tempo va a ruba; le librerie non hanno più copie a disposizione e chiedono all’editore la ristampa di altri volumi. I nuovi volumi sono assolutamente identici ai primi, non è stato modificato nulla.
Lo stesso vale per autori deceduti, per esempio uno scrittore degli anni Trenta o Quaranta, un evergreen come potrebbe essere Agatha Christie, che viene ristampata periodicamente. Una volta consolidata l’edizione (e la traduzione) si ristampano solo le copie, cambiando la copertina a discrezione dell’editore (di solito dopo un certo numero di anni).

Regola numero 4: le edizioni successive alla prima sono sempre diverse dalla precedente, la ristampa è identica all’ultima edizione pubblicata.

Quindi, quando avete in mano un libro, chiedetevi a quale anno risale l’ultima edizione, perché magari è la stessa che avete visto nella libreria della nonna.

- Scheda editoriale: sono le informazioni che vi permettono di sapere qualcosa di più sull’opera. Si trovano sul retro del frontespizio (la prima o la terza pagina bianca dopo la copertina) e sono un elemento molto prezioso.
Riportano il copyright con i dati dell’opera originale (titolo, autore, anno di pubblicazione della prima edizione, eventuali edizioni successive, casa editrice e altro), seguiti da quelli dell’opera italiana se si tratta di originale straniero (tutte le edizioni italiane disponibili, l’anno di pubblicazione e la casa editrice di ciascuna, edizioni successive, ristampe, traduttori).
Questi dati sono importantissimi per capire quando realmente è stata scritta l’opera originale e quando è stata pubblicata in Italia se straniera. Può capitare infatti che l’opera originale sia, per esempio, degli anni Sessanta, ma che sia stata pubblicata in Italia solo da pochi anni o che ne sia stata fatta una recente ristampa: si pensa quindi di avere in mano un libro attuale che invece ha più di mezzo secolo. Prima di acquistarlo è bene sapere cosa ci si troverà a leggere.

Regola numero 5: la scheda editoriale è una preziosa fonte di informazioni.

- Margini, spaziature e corpo del testo. Mettiamola così: se c’è troppo bianco, troppe spaziature o un font troppo grande è una fregatura.
In editoria ci sono dei valori standard, adottati da tutte le case editrici, in merito a margini, spaziature e corpo del testo. Sono valori che possono essere modificati con una certa elasticità, ma sempre entro certi limiti, altrimenti, in mancanza di una motivazione valida (per esempio estetica se si tratta di un libro d’arte), nascondono una manovra manipolatoria, tipicamente troppo poco testo per farne un volume intero e conseguente allargamento delle dimensioni.
I margini sono gli spazi bianchi intorno al testo: ci sono diverse misure che variano in base alla casa editrice, alla collana, all’edizione. Margini troppo ristretti rendono difficile la lettura (l’occhio ha bisogno di spazio bianco e compito dell’editore è anche trovare il giusto equilibrio tra parti scritte e parti bianche), quindi rispetto a qualche anno fa i margini si sono ampliati. Tuttavia si mantengono sempre entro certi valori (confrontate i margini di qualche libro quando ne avrete occasione e capirete).
Le spaziature sono gli spazi tra una riga e l’altra o tra un paragrafo e l’altro. Anche queste hanno un valore standard che predilige spazi poco compressi per una lettura più agevole.
Il font è il carattere di stampa, che ha un suo stile e una sua misura. I caratteri sono dei più vari, ma in genere quelli adottati sono sempre gli stessi (anche qui vi basta prendere una decina di libri e confrontarli). Ormai si tende a evitare font troppo piccoli (sebbene si trovino ancora alcuni editori che comprimono in una pagina centinaia di piccolissime parole) e si adotta una dimensione standard, aumentata di poco nei libri per l’infanzia.

Regola numero 6: se un libro si discosta dalle dimensioni standard senza un motivo preciso chiedetevi perché.

Di solito è una questione di “misure”: l’editore vuole (o deve) pubblicare un’opera, il cui contenuto è però troppo poco per i canoni standard di un libro (pubblicare un libro con un esiguo numero di pagine ha costi troppo alti per l’editore; anche nel numero di pagine ci sono quindi degli standard, al di sotto dei quali non è produttivo andare).
Così adotta un trucco: aumentando margini, spaziatura e corpo del testo in proporzioni variabili aumenta anche il numero delle pagine. E giustifica un prezzo al cliente oggettivamente troppo alto per quello che il libro vale.

A questo punto siete pronti per scegliere il vostro libro per l’estate, con un po’ di consapevolezza in più.

Buona lettura e buone vacanze a tutti!

25 maggio 2012

Erri De Luca - Il contrario di uno


Due non è il doppio
ma il contrario di uno,
della sua solitudine.
Due è alleanza,
filo doppio che non è spezzato.

Erri De Luca

14 maggio 2012

Perché scrivere "pò" è sbagliato e "po'" è corretto



Un'immagine vale più di mille parole ;)

30 aprile 2012

Per gli amanti del caffé arriva Dersut Light, il caffé... decerato


Più leggero e digeribile grazie al processo di eliminazione della cera dal chicco torrefatto.

Il "come" ce lo racconta la Dersut:
"Le cere, sostanze presenti sulla parte corticale del chicco, possono causare disturbi digestivi in soggetti particolarmente sensibili e nei forti consumatori.
Grazie al processo di rimozione, che utilizza un solvente esclusivamente organico che estrae anche parte della caffeina, si neutralizzano gli effetti delle cere e di alcuni aromi negativi quali il tricloroanisolo (responsabile dell’odore di muffa) e la geosmina (ha la particolarità di conferire un forte sentore di terra).
Il prodotto trattato risulta così più digeribile è più leggero pur mantenendo inalterate le sue caratteristiche organolettiche e soprattutto conservando intatti l’aroma e il profumo".
(Fonte: Dersut)

Domani lo provo ;)

19 aprile 2012

Editurismo: il turismo editoriale al B&B "Corte dei libri"


Un'esperienza che unisce ospitalità turistica e passione per i libri grazie alla possibilità unica di visitare la produzione libraria in casa editrice.

Ecco la presentazione direttamente dal sito del Bed&Breakfast:

"Come sono nati gli “Agriturismi”, realtà che avvicina gli ospiti alla dimensione della terra e dei suoi frutti, così “Editurismo” nasce all’interno dell’esperienza editoriale per avvicinarsi alla conoscenza del libro e alla sua realizzazione.
La casa è una antica villa padronale del 500, immersa nel verde della Valpolicella, dove ha sede anche la casa editrice “Gabrielli editori”. Gli ospiti potranno visitare gli ambienti e capire come “nasce un libro” potendo consultare anche le edizioni in una apposita biblioteca.
"

8 aprile 2012

Titolazioni


Ore 17, davanti alla vetrina di una libreria.

[Nella mia piccola città le librerie, quelle vere, quelle di una volta, di prima che inventassero i mega-iper-fanta-bookstore tutti ugualmente anonimi, quelle che adesso fa moda definire "indie", quelle che entri e senti profumo di libri e ti verrebbe voglia di metterti in pantofole, quelle che ti fanno sospirare: "Ahhhh, finalmente a casa", le Librerie con la "elle" maiuscola, qui esistono ancora. Tante, specializzate, fiorenti. Vive.].

Guardo i volumi esposti e uno in particolare attira la mia attenzione per il colore verde smeraldo della copertina che spicca tra le altre più scure.

Leggo il titolo: Il dio delle anime.
Leggo l'occhiello: "Dall'autore de Il raccoglitore d'anime e Il dio delle nebbie".

Si commenta da sé...

20 marzo 2012

La prima stampante ecologica che oltre a stampare... cancella


Una stampante laser - per ora solo prototipo - che riesce a cancellare l'inchiostro senza danneggiare la fibra della cellulosa, permettendo di riutilizzare gli stessi fogli più e più volte e contribuendo così alla riduzione delle emissioni di CO2 derivate dal riciclo della carta usata e dalla realizzazione di quella vergine.

Per sapere come funziona cliccate qui.

18 marzo 2012

A proposito di comunicazione: un parere di Michele Serra


"Per comunicare basta scrivere 'io esisto'. Per scrivere, spesso è necessario dimenticarlo".

Michele Serra in Perché dico che sono pochi i 140 caratteri di Twitter

Un articolo sul valore (perduto?) della parola. Consigliato.

Comunicazione efficace... "casalinga"

Domenica mattina, ore 9.

Cammino a passo svelto, sveltissimo, per viottoli e viuzze della mia (nuova) piccola città, letteralmente spinta dai morsi della fame. Nel quartiere dove abito, un borgo in cui sembra che il tempo si sia fermato, i bar di domenica sono chiusi. Per trovare un posto comodo e accogliente, con buon caffè e altrettanto buone brioche, mi tocca quindi andare "in centro".
Da qui la mia fretta e la decisione quasi obbligata di prendere la via più veloce per raggiungere la meta, via che, paradossalmente, non è la più corta, ma quella che tra stradine, volti e vicoli evita le orde perpetue di turisti.

Ed è in uno di questi vicoli antichi che "inciampo" in un'idea tanto semplice quanto geniale, di quelle che ti fanno esclamare: "Però! Come ho fatto a non pensarci prima?", perfetta per attirare l'attenzione di distratti turisti di passaggio.

Un'idea casalinga, di quelle "alla buona" da osteria.
Sulla porta del negozio di gastronomia tre piatti gialli quasi fosforescenti, di quelli di plastica usa-e-getta, incollati con lo scotch. Al loro interno, scritte a mano con pennarello nero indelebile a punta larga, le proposte del giorno, una per piatto.

Buona idea!

16 marzo 2012

I premi di Aries


... che arrivano come le brioche che trovi sul tavolo al mattino, quando qualcuno si è alzato prima di te e ha tirato giù dal letto il fornaio solo per farti felice, ancora calde e croccanti, straripanti di marmellata, con quel buon profumino che ti fa svegliare bene, cornetti che, non sai com'è, hanno il potere di farti cominciare il giorno di buon umore e che ti fanno dire "Grazie!" col cuore colmo di crema (o Nutella? :P) a chi ci ha pensato.

I premi di Aries sono così: non una, bensì due nominations mi ha dato!!!

Ecco, allora se volete curiosare da lui per sapere di cosa si tratta, io vi lascio fare, mentre mi lecco la marmellata dalle dita e mi godo fino all'ultima briciola queste belle "brioche-premio".

Il primo premio lo trovate qui. Il secondo invece qui.

Grazie Aries!

9 marzo 2012

28 febbraio 2012

Grazie Aries!


"Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti".
Winston Churchill

Dedicata a chi ci racconta col cuore il coraggio - e la bellezza - di rialzarsi ogni volta: grazie Aries!

16 febbraio 2012

Un esempio di comunicazione efficace: "Cos'è un ebook" visto da Repubblica.it


Qualche post fa avevo condiviso la guida di Finzioni, dedicandola a "chi compie i primi passi nel 'mondo e-book'".

Con una prospettiva in po' diversa vi propongo ora quella di Repubblica.it: istantanea, immediata, comprensibile.
Efficace, appunto.

Cambiare è...


"Cambiare non significa lasciarsi alle spalle tutto, ma evolversi verso una nuova direzione con la maturità e la consapevolezza di una strada già percorsa".
(Anonimo)

15 febbraio 2012

Tragedie sfiorate. Quando la vita ci chiede di vivere


"Talvolta, lungo il cammino viviamo momenti tremendi ma, poiché non è giunta la nostra ora, quelle cose ci evitano, senza neppure sfiorarci. [...] Ringrazio Dio per avermi dato la consapevolezza di capire che - come diceva un mio amico - 'è successo tutto ciò che doveva succedere, senza che sia accaduto niente' ".

Paulo Coelho, Sono come il fiume che scorre, Bompiani, 2006, p. 93

11 febbraio 2012

Ok, sono in loop con le citazioni :D


"A volte dalle parole nascono immagini
a volte dalle immagini nascono parole".
Stephen Littleword

7 febbraio 2012

Scelte


Se dovessi scegliere un aforisma che mi rappresenta, sceglierei questo.

"I choose to live by choice not by chance.
I choose to make changes, not excuses.
I choose to be motivated, not manipulated.
I choose to be useful, not used.
I choose self-esteem, no self-pity.
I choose to excel, not compete.
I choose to listen to the voice within, not by chance to the voices of the crowd.
The choice is mine".

(Alexander Starr)

1 febbraio 2012

23 gennaio 2012

"Sì, sul'orlo del baratro ha capito la cosa più importante", miagolò Zorba
"Ah sì? E cosa ha capito?", chiese l'umano
"Che vola solo chi osa farlo", miagolò Zorba

L. Sepulveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, pp. 125-126

12 gennaio 2012

Quando la pubblicità offende

Se ci sono persone che pubblicano annunci del genere senza porsi problemi di coscienza, forse sta a noi utenti porglieli.

7 gennaio 2012

È ora di cambiare


"Mi sono più che mai convinto di come tutto abbia inizio per un vero senso di urgenza...
Chi è determinato ad agire e a vincere - e a farlo adesso - molto semplicemente non spreca tempo ed energie in occupazioni senza importanza o che non contribuiscono al rinnovamento".

John P. Kotter, È ora di cambiare

6 gennaio 2012

Advertising... ante litteram


Egitto, 1000 a.C.: il primo annuncio pubblicitario. Non ci credete? Leggete qui ;)