25 maggio 2008

Roteando e ruzzolando nel frullatore della vita



Nicholas Roerich, Gesar Khan, olio su tela, 1941


Quando tutto va bene. Quando comincia a girare. E a forza di girare ti ritrovi con un gran mal di testa.

Insomma: azienda nuova, vita nuova.

Scatto di carriera, nuove prospettive, libertà, creatività, connettività… BLA BLA BLA. Un gran divertimento.

Ambienti colorati (uffici gialli, celesti, arancioni), espressività (parli sinceramente di quello che pensi senza sentirti un'idiota), territorialità (bacheche personali dove appiccicare quello che vuoi. Per condividere. Per esserci. Per lasciare la tua impronta).

Feeling, contatto, apertura, condivisione, interazione. Interculturalità.

Uno stimolo costante.
Ore in ufficio per creare e ideare e progettare. Occhi spalancati nel pieno della notte per annotare meteore di idee che all’alba non ricorderesti più.

Bellissimo. Elettrizzante. Adrenalinico.

Ricerca, studio, aggiornamento, poliglossia (non è una malattia, solo che stando in un ambiente internazionale senti parlare almeno 3 lingue contemporaneamente).

Neanche un minuto per postare.

Scoperta, esplorazione, mondi nuovi e dimensioni parallele.

Libertà di dire, fare, pensare. Ad alta voce. Senza vincoli, senza gelosie, senza “Signor sì”.

E poi… STUMP. Vai a sbattere. Contro te stesso.

E allora abbandoni il ritmo frenetico per riacquistare il tuo tempo e la tua dimensione. Per riflettere.

E riflettendo capisci.

Capisci quanta soddisfazione dà il poter gestire un progetto in un ambiente sereno e produttivo.

Capisci quanto è stato naturale trasformare ciò che hai letto, visto, ascoltato in un sole, per vedere quello che prima era nascosto: te stesso, con gli altri, in un progetto; te stesso, con gli altri, in una rete globale.

E per la prima volta sperimenti sulla pelle il senso di World Wide Web, assapori il gusto sapido di ogni W, l’aroma tondo e avvolgente delle "o" e delle "e", scopri la triade perfetta che ti fa sentire veramente parte di quello che ami da sempre. Il tuo lavoro.

11 maggio 2008

Ispirazioni

A volte basta poco. Ma così poco che proprio non ci si pensa.

Quando sono in stallo mi concedo una piccola pausa, mi ritaglio un briciolo di tempo tra una consegna e l'altra e scappo in libreria.
Corro al reparto Ragazzi. Proprio lì, dove so che troverò un modo diverso di guardare le cose.
Inizio così a girovagare per gli scaffali. Senza meta, senza barriere, senza pregiudizi. Paziente e curiosa.

Ed ecco che trovo quello che cerco. Di solito sono volumi piccini, un po' defilati, in una sola copia. Ma geniali.

Questi sono libri che vogliono essere cercati, chiedono di essere ascoltati, oltre che letti, perché solo al lettore giusto svelano i loro molti tesori.
Sono libri senza tempo, adatti ai bambini come ai grandi. E sono lì che aspettano di essere scoperti.

Visto che sono stati così importanti nel mio percorso ve li segnalo, perché possano condurre anche voi oltre i limiti che ci poniamo ogni giorno.

- Leo Lionni, Piccolo blu e piccolo giallo, Babalibri, 1959

- Peter H. Reynolds, Il punto, Ape Junior, 2003

P.S.
Dimenticavo:

- Gilles Bachelet, Il kamasutra morbido, Il Castoro, 2008 (PER ADULTI)

Strepitoso! Dice tutto senza dire niente... Da gustare.

Tra passato e presente





Quando innovare non significa “inventare ex novo” ma “reinventare” il passato

Non c’è passato al quale si possa guardare con nostalgia, c’è solo l’eternamente nuovo, che è formato dagli elementi del passato che si estendono e la pura nostalgia deve continuamente essere produttiva, per creare qualcosa di nuovo e di migliore

J. W. von Goethe

Girovagando per la rete mi sono imbattuta in un progetto interessante: una tesi di laurea. On line.
Uno spunto stuzzicante per rimettere in prospettiva, per angolare diversamente un annoso ma quotidiano dilemma: si può veramente inventare ancora qualcosa? Abbiamo già detto tutto? Siamo condannati alla banalità eterna?

Io sono tra quelli che dicono “NO! C’è sempre qualcosa di nuovo in ogni giorno che nasce!”.

Eccone un esempio. Da imitare.

Andrea Novali, Ricostruzioni digitali, 2006

Progetto EXP.